11 GENNAIO 2023: 50° ANNIVERSARIO DELL’ASSASSINIO DI CARMINE DELLA SALA
Mercoledì 11 gennaio 2023 ricorre il 50° anniversario della barbara uccisione dell’Appuntato dei Carabinieri Carmine Della Sala, avvenuta a Pontelagoscuro durante una rapina alla filiale di Pontelagoscuro, via Montefiorino, della Banca di Credito Agrario di Ferrara la mattina del 11 gennaio 1973.
Alle ore 10,30 viene celebrata la Santa Messa di suffragio poi, a seguire, si svolge la cerimonia di commemorazione dell’estremo sacrificio dell’Appuntato dei Carabinieri, M.O.V.M. e M.O.V.C., CARMINE DELLA SALA presso il monumento eretto in Sua memoria alcuni anni fa in Piazza Buozzi, nell’aiuola in fregio a Viale Savonuzzi. Sono presenti alte autorità dell’Arma e delle FF.OO. e delle Istituzioni, rappresentanti di enti ed associazioni civili e militari.
Carmine Della Sala nacque ad Atripalda nel 1927. Arruolato giovanissimo nell’Arma dei Carabinieri iniziò la carriera alla stazione dei Carabinieri di Serravalle di Bibbiena, in provincia di Arezzo, dove incontrò Anna Maria Cecconi che sposò e dalla quale ebbe i tre figli Roberto, Paolo e Antonella.
Dal paese aretino Carmine Della Sala fu trasferito a Sassopisano, frazione di Castelnuovo di Val di Cecina, in provincia di Pisa, poi a Pontelagoscuro, dove prestò servizio nella Stazione dei Carabinieri di via del Risorgimento. Purtroppo il destino volle che il nostro paese, a quell’epoca vivacissimo e pieno di vita con una popolazione di circa 8.000 abitanti, diventasse il paese nel quale l’Appuntato venne a trovarsi faccia a faccia con i mostri che senza esitazione né ritegno decisero di assassinarlo barbaramente una fredda mattina del 11 gennaio 1973.
Proprio quel giorno Carmine non è in servizio, ma a seguito della malattia di un collega viene chiamato in caserma per supplire all’assenza, rispondendo senza esitazione al comando che ottempera partecipando al consueto pattugliamento del territorio affiancato da un altro carabiniere. Durante il servizio, forse per ristorarsi a causa del freddo intenso, i due carabinieri decidono di entrare nella scuola di via Montefiorino, all’epoca un nuovissimo e moderno complesso nel quale, tra l’altro, il figlio più grande Roberto frequenta la scuola media. Carmine ha appena incontrato la moglie Anna Maria, venuta a scuola per un colloquio con l’insegnante di italiano, e si danno appuntamento a casa, in Corso del Popolo, per l’ora di pranzo.
Verso mezzogiorno un’auto è ferma con il motore acceso in via Montefiorino in divieto di sosta davanti all’ingresso della banca. La strada in quell’epoca è ancora aperta al traffico, salvo il momento dell’ingresso degli alunni, e la banca di Credito Agrario ha la porta principale proprio davanti alla scalinata della scuola, nell’apertura dove anni dopo verrà installato lo sportello Bancomat. Da buon Carabiniere Carmine Della Sala ha un presentimento e scende per controllare. “Aspetta un attimo”, dice al collega Renato Meneghesso, di appena 19 anni, entrato in servizio due giorni prima, “Vado a controllare!”. Sembra che il figlio Roberto si affacci alla finestra proprio mentre il padre Carmine si dirige in banca: sarà l’ultima volta che vedrà il papà ancora vivo.
Al suo ingresso in banca l’appuntato viene a trovarsi nel pieno svolgimento di una rapina a mano armata ad opera di quattro malviventi privi di scrupoli, con i volti celati da passamontagna gialli a righe rosse orizzontali, che, vedendo un carabiniere, non esitano a sparare. Carmine rimane ferito, colpito da due pallottole ma, con sprezzo del pericolo e con sforzo immane, cerca di neutralizzare i rapinatori ingaggiando anche una colluttazione ma uno dei rapinatori lo aggredisce, trascinandolo nell’auto fuori dalla banca con la quale i rapinatori si danno alla fuga e, dopo aver malmenato a sangue il povero Carmine, lo finiscono a colpi di pistola (saranno 9 i proiettili che lo trafiggeranno) gettandolo ignobilmente in strada, dall’auto in corsa, in viale Savonuzzi nelle vicinanze del piadinaro ormai esanime.
La banda assassina, che sarà ribattezzata “Le belve di Pontelagoscuro”, viene identificata in poche ore ed è formata da Marino Negri, basista, “indigeno”, che alla fine “tradirà” i compagni, Angelo Matta, Virginio Floris e Roberto Masetti, altri componenti della banda dei sardi, gang che all’epoca “opera” in Emilia.
Dirà poche settimane dopo la moglie Anna Maria in un’intervista ad un settimanale: “Chi era veramente il mio Carmine? Era un brav’uomo, odiava la violenza ed era convinto che una parola buona servisse più della forza. E’ morto perché credeva nella giustizia. Sono rimasta stupita io stessa dal suo coraggio!”
Il 29 maggio 1973, con decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Leone, viene conferita a Carmine Della Sala la medaglia d’oro al valore militare alla memoria, con la seguente motivazione:
“Nell’intento di sventare una rapina, consapevole del grave rischio cui si esponeva, irrompeva nei locali d’una banca ed affrontava i malviventi senza far uso delle armi per non porre a repentaglio l’incolumità dei cittadini presenti. Benché ferito all’addome dal fuoco di un rapinatore, ingaggiava con questi una violenta colluttazione e penetrava nell’automezzo dei banditi avviatosi per la fuga. Proseguiva l’impari lotta nell’interno della vettura finchè, colpito da numerosi proiettili e percosso con i calci del!e pistole, veniva lasciato esanime sulla strada. Luminoso esempio di consapevole sprezzo del pericolo, d’incondizionata dedizione al dovere e di altissime virtù civiche”.
Pontelagoscuro onora la memoria di Carmine Della Sala intitolandogli la scuola primaria, frequentata dai figli, e la nuova caserma edificata a cavallo del 2000. La città di Ferrara gli intitolerà la strada prospicente il Comando Provinciale dell’Arma.
Le sue spoglie riposano nel cimitero di Serravalle di Bibbiena.